Il “pericolo” della società additiva
“Dobbiamo cambiare l’America da essere una cultura dei bisogni, ad essere una cultura dei desideri”, “Bisogna insegnare alla gente a volere cose nuove, anche prima che le cose vecchie siano state consumate del tutto. Dobbiamo formare una nuova mentalità in America. I desideri dell’uomo devono mettere in ombra le sue necessità”
Paul Mazur, 1927
Viviamo in un’epoca paradossale.
Concetti come autonomia, libertà, indipendenza vengono esaltati come valori fondanti della società anche se mai come oggi siamo soggetti allo sviluppo di svariate forme di dipendenza.
Questo nuovo modello di società che da un lato tiene nell’uomo sotto stress, costretto a condizioni di vita esasperanti, e dall’altro lo vizia fornendogli tutti gli strumenti atti la gratificazione, ha dato vita ad una nuova stirpe del genere umano: l’uomo “additivo”.
Il suo profilo è quello di un individuo spaesato, senza punti di riferimento spaziali, affettivi e temporali, un uomo che galleggia in una società “liquida” (Bauman, 2000) ovvero instabile ed in continuo mutamento.
Il clima di precarietà che caratterizza il suo presente ed il suo futuro, lo rendono facile preda di un consumismo sfrenato pronto ad offrire l’illusione di poter placare l’insicurezza attraverso l’offerta continua di oggetti e attività.
Tali oggetti sembrano divenuti l’unica certezza in questo panorama incerto e sempre più vengono utilizzati per provare emozioni piacevoli o per evadere dal disagio e dal vuoto di senso della nostra generazione.
Questo consumo dei beni, che assume le medesime funzioni che sino a ieri svolgevano le droghe, rende l’uomo contemporaneo indebolito nella sua capacità di tollerare le emozioni negative.
Sentimenti di noia, attesa, solitudine, frustrazione ed indecisione, vengono compulsivamente “riempiti” o “azzittiti” attraverso qualche oggetto, si pensi ad esempio all’uso del cellulare durante una tratta in treno o in metro o ancora nelle sale d’attesa (a tal proposito la sala d’attesa del nostro centro è stata strutturata in modo da “rieducare” all’impiego costruttivo del tempo “vuoto”), riducendo la capacità di ascolto e lettura del proprio mondo emotivo.
L’immediato sollievo prodotto dagli oggetti “allena” la mente a pensare che essi siano indispensabili per il benessere affievolendo la capacità di fronteggiare il proprio disagio interiore ed alterando la corretta percezione del piacere.
Emozioni negative e ricerca del piacere si incrociano e si compenetrano tra loro costruendo un vero e proprio processo di costruzione dell’addiction così come viene descritto da Goodman (2005): un comportamento che inizialmente veniva mantenuto per la ricompensa del piacere o per il sollievo dal dispiacere può perdere gradualmente la sua funzione di ricompensa, mentre cresce gradualmente il dispiacere che emerge in assenza del comportamento. Di conseguenza (…) può accadere che un comportamento permanga non tanto per la ricompensa, quanto per il sollievo dal dispiacere”.
Quando tale meccanisno si innesta, assistiamo allo stabilirsi di nuove forme di addiction chiamate New Addiction, ovvero le dipendenze senza sostanza, più subdole e difficili da riconoscere poiché si sviluppano nei confronti di oggetti ed attività della vita quotidiana.
Riferimenti bibliografici
Croce M., La società additiva. Note sulla sottile relazione tra modello di società e patologia individuale, Medicina delle Dipendenze, VI, marzo, 2016, pp. 7-11.
Guerreschi C., (2005) New addictions. Le nuove dipendenze. San Paolo Edizioni.
Il Centro Dipendiamo si colloca in questo panorama con differenti propositi:
- Intevenire sulle New Addiction attraverso percorsi clinici ad hoc (individuali, di coppia, familiari e di gruppo);
- Ristabilire la capacità di ascolto del proprio mondo interiore e fornire adeguati “strumenti” per fronteggiare le emozioni negative attraverso percorsi di psicoterapia e percorsi creativi realizzati da figure specialistiche (favolaterapeuta, musicoterapeuta, psicodrammista, arteterapeuta, danzaterapeuta e consulente d’immagine);
- Ripristinare una sana dimensione del piacere attraverso workshop teorico-esperienziali;
- Prevenire l’instaurarsi delle New Addiciton attraverso laboratori rivolti a bambini ed adolescenti;
- Divulgare la conoscenza delle nuove dipendenze e dei meccanismi nocivi che le caratterizzano, attraverso serate a tema gratuite.