Il Centro Dipendiamo

“Qualsiasi forma di dipendenza può essere concepito come risultato della perdita della capacità di amare”.

Giorgio Foresti

Le New Addiction si sviluppano come tentativo di colmare un “vuoto” interiore che la società contemporanea tende ad amplificare attraverso l’offerta continua di oggetti e attività che creano l’illusione di placare il disagio e l’insicurezza.

Questo consumo dei beni ha coinvolto anche l’ambito delle relazioni e sta portando l’individuo ad utilizzare le persone come “oggetti” utili a lenire i propri vuoti, cambiandole o cancellandole dalla propria vita non appena emergono,  imperfezioni, frustrazioni o fatiche legate al mantenimento della relazione.

Dipendiamo si propone di intervenire su tale “vuoto” offrendo una varietà di percorsi finalizzati al recupero della capacità di riconnettersi al nostro mondo interiore e a quello dell’altro, e vuole farlo già attraverso gli spazi fisici del Centro Dipendiamo.

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La Sede Centrale

La sede centrale del Centro Dipendiamo, a Bergamo, offre degli spazi per gli utenti e per i Terapeuti Dipendiamo del Centro, studiati per “comunicare” i concetti su cui vengono confezionati i percorsi terapeutici basati sul Metodo Dipendiamo® e delle capacità professionale dei terapeuti acquisiti durante la formazione.

Il centro intende inoltre porsi come luogo per incontrare persone “reali” e stimolare, attraverso molteplici iniziative, un sano confronto e dialogo fra individui.

L’ambiente:
...segui il filo...

Il tentativo di rieducare alla creatività sfruttando il vuoto come luogo di crescita viene espresso anche dalla strutturazione fisica dell’ambiente.

Ogni stanza è ispirata ad un albo illustrato evocativo sui temi della crescita emotiva e della capacità di osservare il proprio mondo interiore senza rifuggire da esso.

Il pezzo perduto incontra la Grande “O”

di Shel Silverstein

Se ne sta immobile sulla striscia nera che attraversa la pagina, il pezzo perduto. Tutto solo, e triste. Aspetta che qualcuno si accorga di lui, e lo porti con sé per le strade del mondo. Deludenti le prime occasioni. Troppo delicate o troppo rudi, troppo distratte o troppo attente. Finalmente però l’incontro giusto, e via, felici e contenti. Tutto rotola per il meglio, quando il pezzo perduto comincia a crescere, e a crescere… Rotto l’equilibrio, rotta l’armonia si trova di nuovo solo, abbandonato sulla linea nera. Immobile, troppo grande e appuntito, incapace di rotolare da solo. Di nuovo in attesa di qualcuno che si interessi a lui, di qualcuno che lo porti con sé. Poi un nuovo, un incontro. Una grande O attenta e gentile, ma no, non lo porterà con sé. Quando però il pezzo perduto deciderà di provare – con grande fatica – a smussare i propri spigoli per muoversi da solo, nell’ultima pagina del libro i due si incontreranno di nuovo…

Un buco

di Yael Frankel

A volte una persona ci lascia e il dolore che proviamo per quella perdita sembra non andarsene più, quella assenza è come un buco che ci segna per sempre. Ma con il passare del tempo, impariamo a conoscerlo: e ci torniamo per ritrovarci, per rassicurarci, per rinnovarci.
Una storia sulla perdita e sulla sua rielaborazione.

Rosso come l’Amore

di Valentina Mai

Rosso è un uccellino che vorrebbe trovare l’amore, ma l’impresa si dimostra mille volte più ardua di ciò che avrebbe creduto, perché quelli che gli paiono suoi simili, sono, in realtà, invece altre cose: un semaforo, un sole, una sua immagine nello specchio. Quando, sconsolato dalle sue mille avventure mai a lieto fine, comincia a dubitare che l’amore esista o che lui lo possa trovare, eccolo che invece arriva.

Una storia ironica e delicata che parla della ricerca dell’amore e dei suoi esiti.

La Principessa che aveva fame d’amore

di Maria Chiara Gritti

Belle, buone, brave e obbedienti: quante donne hanno imparato fin dall’infanzia che questo è l’unico modo per essere amate? Come succede ad Arabella, la protagonista di questa favola: pur essendo capace, intraprendente e piena di talenti, è pronta a sacrificare la sua allegria, la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata. Ma c’è qualcosa che grida dentro di lei, un grumo di insoddisfazione che le lacera lo stomaco e la rende irrequieta e vorace: è la sua fame d’amore. Si convince che solo un uomo potrà placarla e va dritta nella Città degli Incontri. Ma come può una ragazza poco nutrita d’affetto riconoscere il sapore del vero amore? È sin troppo facile accontentarsi di un riempitivo qualunque. Per fortuna c’è qualcuno pronto a darle una bella svegliata e guidarla a trovare la giusta ricetta. In questa favola, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti affronta con ironia e delicatezza la “love addiction”, quella strana cecità del cuore che porta a scambiare ogni rospo per un principe, a cui dare tutto in cambio di… niente. Troppe principesse ne soffrono, si aggrappano a rapporti squilibrati nei quali perdono autostima, fiducia e sorriso. Basta, non dobbiamo più accontentarci delle briciole, insegna la favola di Arabella: l’unico modo di nutrire il vero amore è imparare a nutrire noi stesse. E dovrà essere il principe a mostrarsi degno di noi.

Amare

di Cristina Núñez Pereira

Un albo illustrato che descrive, con semplicità e delicatezza, quaranta atteggiamenti, valori e comportamenti che insieme illustrano la bellezza della parola Amore (Stima, Sincerità, Empatia, Tolleranza, Responsabilità, Ottimismo…).

Una storia ironica e delicata che parla della ricerca dell’amore e dei suoi esiti.

Io Aspetto

di Davide Calì

La vita raccontata attraverso i suoi appuntamenti, i momenti che la definiscono e le danno significato: l’infanzia e la sua ingenuità, l’amore e la sua passione, la maturità e la sua saggezza. L’attesa come metafora di una quotidianità che aspetta la sua elevazione. 
Una parabola scritta con poche parole e illustrata con semplici tratti sul mistero del tempo che scorre facendoci aspettare che la magia ritorni nella nostra vita.

La sala d’attesa, ispirata al libro “Io aspetto” di Davide Calì, sfrutta il concetto dell’imparare ad attendere in modo costruttivo offrendo angoli di attività riflessiva e creativa uniti da un filo rosso che attraverso tutta la struttura guidando l’utente nei vari spazi.

Il filo della vita

Il Filo rosso che parte da un gomitolo posto all’ingresso del centro attraversa ogni spazio del centro.
Spesso si aggroviglia, proprio come accade nella vita, si dipana lungo i muri e le stanze culminando all’interno di un grande albero sul quale è possibili osservare i frutti dell’amore che nascono quando ci si prende cura di sé stessi e dell’altro in modo sano.

L’alcova dell’ascolto

Uno tenda circonda una spazio circolare che accoglie morbidi cuscini su cui distendersi e rilassarsi per ascoltare attraverso delle cuffie suoni e musiche terapeutiche.
Le cuffie riproducono narrazioni di fiabe attraverso la voce di Chiara Manzini (scrittrice e narratrice di favole), brani di arpa celtina suonata da Stefania Oriente (arpista) e canzoni riprodotte da Camilla Passani (cantante) e Alessia Pasini (musicoterapeuta).
L’intento è quello di creare una situazione di relax ed immersione nel proprio mondo interiore offrendo stimoli sonori evocativi.

Angolo “La parola magica”

Al paziente che attende viene chiesto di cercare dentro di sé e poi di comporre una parola che ritiene possa portare beneficio alla sua giornata.
Molteplici lettere colorate sono a disposizione in una boccia trasparente dinanzi a lui.
Il gioco allude al lavoro di psicoterapia che spesso consiste nella ricerca di parole “magiche” in grado di aprire nuovi visioni sui problemi portati dagli utenti.

L’angolo dello specchio

Uno specchio tondo invita l’utente a prendersi qualche istante per guardare il proprio volto e dialogare con esso.
La finalità è sottolineare l’importanza di dedicare tempo al dialogo con se stesso.

Angolo di Arte Terapia

Le Carte dell’Attesa sono immagini create con diverse tecniche – acquerello, acrilico, collage – e hanno l’obiettivo di accompagnare con giochi creativi le persone che vengono accolte nella sala d’attesa del centro.
Il Centro Dipendiamo ha come obiettivo primo quello di sostenere le persone nell’affrontare il tema del Vuoto, per trasformarlo da qualcosa sentito come “mancanza” ad uno SPAZIO CREATIVO da ESPLORARE con FIDUCIA.
Ciascuna carta è stata dedicata ad un aspetto legato a questo tema, oltre a rimandare alle potenzialità dell’arte nel sostenere le persone in processi di cura e trasformazione di sé.
Ogni carta porta un’immagine da un lato, e dall’altra delle frasi evocative.
Queste immagini vogliono essere un gioco, si possono usare in diversi modi, e permettono alle persone – anche in breve tempo – di fare piccoli percorsi dentro di Sé.

L’angolo della lettura

Il centro Dipendiamo crede fortemente nel potere terapeutico dei libri, in particolare degli albi illustrati, che l’utente troverà in un apposita libreria.
Periodicamente il centro propone nuovi albi focalizzati sui temi della dipendenza, dell’autonomia, della ricerca della gioia e della scoperta del proprio mondo interiore.
L’albo illutrato si presta per una lettura veloce ed è in grado di trasmettere in modo immediato, grazie al potere delle immagini, profondi significati sia all’adulto che al bambino.
L’ albo illustrato inoltre attiva il registro infantile del lettore consentendo di abbattere resistenze razionali che spesso impediscono di immergersi nel mondo emotive.

Il tavolo dei colori e le girelle

Non poteva mancare in sala d’attesa un angolo esclusivo per i bimbi, dotato di un tavolo lavagna sul quale poter esprimere creatività e fantasia. Due girelle di stoffa fungono a sedie morbide che invitano il bambino a sedersi dinanzi al tavolo per scrivere e disegnare.

La bacheca appesa ad un filo

Tutte le iniziative e le proposte del centro vengono delicatamente appese ai fili pendenti che percorrono tutta la perimetria del centro per informare l’utente dei percorsi proposti senza forzarlo alla lettura delle proposte.